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Aritmia: cause, sintomi, diagnosi e trattamento

L’aritmia è un disturbo del ritmo cardiaco che si verifica quando il cuore batte in modo irregolare, troppo velocemente o troppo lentamente rispetto al normale. Il cuore ha un sistema elettrico naturale che coordina le contrazioni delle sue quattro camere, ma quando questo sistema funziona in modo anomalo si manifestano le aritmie, che possono variare da episodi innocui a condizioni potenzialmente pericolose per la vita.

Cos’è l’aritmia

L’aritmia rappresenta qualsiasi deviazione dal ritmo cardiaco normale, chiamato ritmo sinusale. In condizioni normali, il cuore batte tra 60 e 100 volte al minuto a riposo, con un ritmo regolare coordinato dal nodo del seno, una struttura specializzata situata nell’atrio destro che funge da pacemaker naturale del cuore.

Il sistema di conduzione elettrica del cuore è composto da:

  • Nodo del seno (pacemaker naturale)
  • Nodi atrioventricolari
  • Fascio di His
  • Fibre di Purkinje

Quando uno qualsiasi di questi componenti non funziona correttamente, si può verificare un’aritmia. Le aritmie possono essere classificate in base alla velocità del battito cardiaco e alla sede di origine dell’anomalia elettrica.

CONDIZIONE FREQUENZA CARDIACA (BATTITI/MIN)
Riposo normale adulti 60-100
Tachicardia lieve 100-120
Tachicardia moderata 120-150
Tachicardia severa >150
Bambini 1-2 anni (normale) 80-130
Bambini 3-4 anni (normale) 80-120

Tipi principali di aritmia

Bradicardia: frequenza cardiaca inferiore a 60 battiti al minuto. Include il blocco atrioventricolare e la disfunzione del nodo del seno.

Tachicardia: frequenza cardiaca superiore a 100 battiti al minuto. Comprende la tachicardia sopraventricolare e quella ventricolare.

Aritmie atriali: originano negli atri e includono la fibrillazione atriale, il flutter atriale e la tachicardia atriale.

Aritmie ventricolari: originano nei ventricoli e comprendono la tachicardia ventricolare e la fibrillazione ventricolare.

Extrasistoli: battiti prematuri che possono essere atriali o ventricolari, spesso percepiti come “salti” del cuore.

Sintomi dell’aritmia

I sintomi delle aritmie possono variare notevolmente da persona a persona e dipendono dal tipo di aritmia, dalla sua durata e dalla presenza di altre condizioni cardiache. Alcune persone possono non avvertire alcun sintomo, mentre altre possono sperimentare disturbi significativi.

Sintomi cardiovascolari

I sintomi più direttamente correlati al sistema cardiovascolare includono:

  • Palpitazioni o sensazione che il cuore “salta dei battiti”
  • Battito cardiaco accelerato o rallentato
  • Sensazione di “sfarfallamento” nel petto
  • Battito cardiaco irregolare
  • Dolore al torace o fastidio
  • Sensazione di oppressione toracica
  • Sensazione che il cuore si “fermi” momentaneamente

Sintomi da compromissione emodinamica

Quando l’aritmia compromette la capacità del cuore di pompare efficacemente il sangue, possono manifestarsi:

  • Mancanza di respiro (dispnea) a riposo o sotto sforzo
  • Affaticamento eccessivo
  • Debolezza generale
  • Vertigini o sensazione di instabilità
  • Svenimento (sincope) o sensazione di svenimento imminente
  • Confusione mentale
  • Ridotta tolleranza all’esercizio fisico

Sintomi sistemici

L’alterazione della circolazione può causare sintomi in diversi organi:

  • Sudorazione notturna eccessiva
  • Nausea o vomito
  • Ansia o sensazione di panico
  • Pallore
  • Estremità fredde
  • Riduzione della diuresi

Sintomi specifici per tipo di aritmia

Fibrillazione atriale: spesso causa palpitazioni irregolari, affaticamento e mancanza di respiro. Alcuni pazienti riferiscono una sensazione di “tremito” nel petto.

Bradicardia: può causare principalmente affaticamento, vertigini, confusione e sincope, specialmente durante l’attività fisica.

Tachicardia ventricolare: spesso causa sintomi più severi come dolore toracico, grave mancanza di respiro e rischio di perdita di conoscenza.

Extrasistoli: generalmente causano sensazioni di “salti” del cuore o colpi forti singoli nel petto.

Cause dell’aritmia

Le aritmie possono avere origine da molteplici fattori, spesso in combinazione tra loro. Identificare la causa specifica è fondamentale per impostare il trattamento più appropriato.

Cause cardiache strutturali

Le malattie che alterano la struttura del cuore sono tra le cause più comuni di aritmie:

Malattia coronarica: l’ischemia e l’infarto del miocardio possono danneggiare il sistema di conduzione elettrica, causando vari tipi di aritmie.

Cardiomiopatie: malattie del muscolo cardiaco che possono essere dilatative, ipertrofiche o restrittive, alterando la conduzione elettrica.

Valvulopatie: stenosi o insufficienze valvolari che causano sovraccarico delle camere cardiache.

Cardiopatie congenite: difetti cardiaci presenti dalla nascita che possono alterare l’anatomia e la funzione elettrica del cuore.

Pericardite: infiammazione del pericardio che può interferire con la funzione cardiaca.

Cause non cardiache

Numerose condizioni extra-cardiache possono scatenare aritmie:

Disturbi elettrolitici: alterazioni dei livelli di potassio, magnesio, calcio o sodio nel sangue possono interferire gravemente con la conduzione elettrica cardiaca.

Disturbi tiroidei: sia l’ipertiroidismo che l’ipotiroidismo possono causare diverse forme di aritmie.

Infezioni sistemiche: sepsi, endocardite e altre infezioni gravi possono scatenare aritmie.

Disturbi respiratori: ipossia, embolia polmonare e malattie polmonari croniche possono causare aritmie.

Anemia: la riduzione dell’emoglobina può causare tachicardia compensatoria.

Fattori scatenanti e stile di vita

Diversi fattori legati allo stile di vita possono scatenare o aggravare le aritmie:

Stimolanti: caffeina, nicotina, alcol e droghe stimolanti come anfetamine e cocaina.

Stress: fisico ed emotivo può scatenare aritmie in soggetti predisposti.

Esercizio fisico: attività intensa può scatenare alcune forme di aritmie, specialmente in presenza di cardiopatie sottostanti.

Disidratazione: può alterare l’equilibrio elettrolitico e favorire le aritmie.

Privazione del sonno: può aumentare il rischio di aritmie attraverso vari meccanismi.

Farmaci e sostanze

Molti farmaci possono causare aritmie come effetto collaterale:

  • Antiaritmici (paradossalmente)
  • Antidepressivi triciclici
  • Alcuni antibiotici (macrolidi, chinoloni)
  • Farmaci per l’asma (beta-agonisti)
  • Digitale
  • Diuretici (attraverso squilibri elettrolitici)
  • Alcuni chemioterapici

Fattori genetici

Alcune aritmie hanno una componente genetica:

Sindrome del QT lungo: condizione ereditaria che predispone a aritmie ventricolari pericolose.

Sindrome di Brugada: malattia genetica che può causare morte cardiaca improvvisa.

Cardiomiopatie ereditarie: possono predisporre a varie forme di aritmie.

Displasia aritmogena del ventricolo destro: malattia genetica che causa aritmie ventricolari.

Diagnosi dell’aritmia

La diagnosi accurata delle aritmie richiede un approccio sistematico che combina anamnesi, esame fisico ed esami strumentali specifici. La sfida principale è spesso quella di “catturare” l’aritmia durante un episodio, poiché molte sono intermittenti.

Valutazione clinica iniziale

Anamnesi dettagliata: il medico raccoglie informazioni su:

  • Caratteristiche dei sintomi (durata, frequenza, fattori scatenanti)
  • Storia familiare di aritmie o morte cardiaca improvvisa
  • Farmaci assunti e sostanze utilizzate
  • Presenza di altre condizioni mediche
  • Stile di vita e fattori di stress

Esame fisico: include valutazione della frequenza e del ritmo cardiaco, misurazione della pressione arteriosa, auscultazione cardiaca e ricerca di segni di scompenso cardiaco.

Esami strumentali di base

Elettrocardiogramma (ECG) a riposo: è l’esame fondamentale che può diagnosticare molte aritmie se presenti al momento della registrazione. Fornisce informazioni dettagliate sul ritmo, la frequenza e la conduzione elettrica.

Ecocardiogramma: valuta la struttura e la funzione cardiaca, identificando eventuali cardiopatie strutturali che possono predisporre alle aritmie.

Esami del sangue: includono elettroliti, funzione tiroidea, emocromo completo e marcatori di danno cardiaco.

Monitoraggio cardiaco prolungato

Poiché molte aritmie sono intermittenti, spesso è necessario un monitoraggio prolungato:

Holter 24-48 ore: registrazione continua dell’ECG che permette di correlare i sintomi con eventuali aritmie e valutare la variabilità del ritmo nelle 24 ore.

Event monitor: dispositivo portatile che il paziente attiva quando avverte sintomi, permettendo di registrare l’ECG durante gli episodi sintomatici.

Loop recorder impiantabile: piccolo dispositivo sottocutaneo che registra continuamente l’ECG per periodi prolungati (fino a 3 anni), utile per aritmie molto rare.

Monitoraggio telemetrico: utilizzato in ambiente ospedaliero per pazienti ad alto rischio.

Esami specialistici

Test da sforzo: valuta la risposta del ritmo cardiaco all’esercizio fisico e può scatenare aritmie correlate allo sforzo.

Studio elettrofisiologico: procedura invasiva che utilizza cateteri intracardici per studiare dettagliatamente il sistema di conduzione elettrica e indurre aritmie in ambiente controllato.

Tilt test: valuta la risposta cardiovascolare ai cambiamenti posturali, utile nella diagnosi di sincope vasovagale.

Imaging cardiaco avanzato

Risonanza magnetica cardiaca: fornisce informazioni dettagliate sulla struttura cardiaca e può identificare cicatrici o aree di fibrosi che predispongono alle aritmie.

Tomografia computerizzata cardiaca: può essere utile per valutare l’anatomia coronarica e cardiaca.

Trattamento dell’aritmia

Il trattamento delle aritmie dipende dal tipo specifico di aritmia, dalla gravità dei sintomi, dal rischio di complicanze e dalle condizioni cliniche generali del paziente. L’approccio può variare dalla semplice osservazione a interventi invasivi complessi.

Gestione acuta delle aritmie

Manovre vagali: per alcune tachicardie sopraventricolari, manovre come la manovra di Valsalva, il massaggio del seno carotideo o l’immersione del viso in acqua fredda possono terminare l’aritmia.

Cardioversione farmacologica: utilizzo di farmaci antiaritmici per via endovenosa per ripristinare il ritmo normale.

Cardioversione elettrica: applicazione di shock elettrico sincronizzato per interrompere aritmie pericolose e ripristinare il ritmo sinusale.

Pacing temporaneo: utilizzo di pacemaker temporaneo per bradiaritmie severe.

Terapia farmacologica cronica

I farmaci antiaritmici sono classificati in diverse classi in base al loro meccanismo d’azione:

Classe I (bloccanti dei canali del sodio): includono chinidina, procainamide, lidocaina e flecainide.

Classe II (beta-bloccanti): come metoprololo, atenololo e carvedilolo, utili per molte forme di tachicardia.

Classe III (bloccanti dei canali del potassio): amiodarone, dronedarone e sotalolo, efficaci per aritmie atriali e ventricolari.

Classe IV (calcio-antagonisti): verapamil e diltiazem, utilizzati principalmente per aritmie sopraventricolari.

Altri farmaci: digitale per il controllo della frequenza nella fibrillazione atriale, adenosina per la cardioversione di tachicardie sopraventricolari.

Procedure interventistiche

Ablazione transcatetere: procedura che utilizza energia a radiofrequenza, crioenergia o altre forme di energia per distruggere piccole aree di tessuto cardiaco responsabili dell’aritmia.

Impianto di pacemaker: per bradiaritmie sintomatiche o blocchi atrioventricolari avanzati.

Impianto di defibrillatore automatico (ICD): per pazienti ad alto rischio di aritmie ventricolari pericolose.

Terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT): per pazienti con scompenso cardiaco e disturbi della conduzione ventricolare.

Trattamento delle cause sottostanti

Correzione degli squilibri elettrolitici: ripristino dei normali livelli di potassio, magnesio e altri elettroliti.

Trattamento dell’ipertiroidismo: normalizzazione della funzione tiroidea può risolvere molte aritmie correlate.

Gestione dell’ischemia miocardica: rivascolarizzazione coronarica per aritmie secondarie a malattia coronarica.

Ottimizzazione della terapia dello scompenso cardiaco: può ridurre significativamente le aritmie.

Modifiche dello stile di vita

Eliminazione di fattori scatenanti: riduzione o eliminazione di caffeina, alcol, nicotina e altre sostanze stimolanti.

Gestione dello stress: tecniche di rilassamento, meditazione, yoga e supporto psicologico.

Attività fisica appropriata: esercizio regolare sotto supervisione medica, evitando attività che scatenano aritmie.

Controllo del peso: mantenimento di un peso corporeo ottimale.

Igiene del sonno: mantenimento di ritmi sonno-veglia regolari e trattamento dell’apnea del sonno.

Prevenzione delle complicanze

Terapia anticoagulante: per prevenire l’ictus in pazienti con fibrillazione atriale ad alto rischio tromboembolico.

Controllo della frequenza cardiaca: per prevenire la cardiomiopatia indotta da tachicardia.

Monitoraggio regolare: controlli periodici per valutare l’efficacia del trattamento e identificare precocemente eventuali complicanze.

Prognosi e follow-up

La prognosi delle aritmie varia enormemente a seconda del tipo specifico, delle cause sottostanti e della risposta al trattamento. Molte aritmie benigne non influenzano la sopravvivenza, mentre altre possono essere potenzialmente fatali senza trattamento appropriato.

Il follow-up regolare è essenziale per:

  • Monitorare l’efficacia del trattamento
  • Identificare effetti collaterali dei farmaci
  • Valutare la progressione della malattia sottostante
  • Aggiustare la terapia in base all’evoluzione clinica

Le aritmie rappresentano un gruppo eterogeneo di disturbi del ritmo cardiaco che richiedono un approccio diagnostico e terapeutico personalizzato. Con i progressi nella comprensione dei meccanismi aritmogeni e lo sviluppo di nuove tecnologie terapeutiche, la maggior parte dei pazienti con aritmie può ottenere un buon controllo dei sintomi e una qualità di vita soddisfacente.