Magnetoterapia: cos’è, benefici e applicazioni terapeutiche
La magnetoterapia è una terapia fisica non invasiva che utilizza campi elettromagnetici per favorire la rigenerazione cellulare e il recupero dei tessuti. Sempre più diffusa in ambito riabilitativo e fisioterapico, questa metodica rappresenta un valido supporto nel trattamento di diverse patologie osteo-articolari, traumatiche e degenerative, offrendo benefici senza effetti collaterali significativi.
Che cos’è la magnetoterapia
La magnetoterapia, conosciuta anche come elettromagnetoterapia, è una pratica terapeutica che sfrutta l’energia dei campi magnetici per stimolare i processi naturali di riparazione e rigenerazione dei tessuti corporei. Si basa sul principio che l’applicazione di campi elettromagnetici pulsati possa interagire con le cellule dell’organismo, influenzando positivamente i processi biologici e metabolici.
Le apparecchiature per magnetoterapia sono costituite da un generatore che produce impulsi elettrici, i quali vengono inviati a dei dispositivi chiamati solenoidi, ovvero avvolgimenti elettrici di forma cilindrica. Questi solenoidi, posizionati all’interno di applicatori di varie forme e dimensioni, generano campi elettromagnetici che vengono trasmessi alla parte del corpo da trattare.
Una caratteristica fondamentale della magnetoterapia è che utilizza onde elettromagnetiche non-ionizzanti, che non presentano rischi biologici per il paziente o per l’operatore. A differenza di altre terapie fisiche, i campi magnetici non vengono assorbiti dagli organi o dai tessuti e non generano calore, permettendo l’applicazione anche in presenza di sintesi metalliche interne, protesi o apparecchi gessati.
Come funziona la magnetoterapia
Per comprendere il meccanismo d’azione della magnetoterapia è necessario considerare alcune caratteristiche fondamentali delle cellule del corpo umano. Tutte le cellule possiedono una carica elettrica, determinata dalla presenza di ioni con carica positiva e negativa all’interno e all’esterno della membrana cellulare. Questa differenza di carica, chiamata potenziale di membrana a riposo, è essenziale per il corretto funzionamento cellulare.
In condizioni normali, una cellula sana presenta un potenziale di membrana di circa 70-90 millivolt. Quando le cellule subiscono un danno, un trauma o un processo degenerativo legato all’invecchiamento, il potenziale di membrana si altera, assumendo valori inferiori, talvolta scendendo a 50-55 millivolt. Questa alterazione compromette le normali funzioni cellulari, rallentando i processi di riparazione e rigenerazione.
I campi elettromagnetici generati dalla magnetoterapia agiscono sulle cellule danneggiate favorendo il ripristino del normale potenziale di membrana. Quando le cellule recuperano il loro equilibrio elettrico, ricominciano a funzionare correttamente, accelerando i processi di guarigione e riparazione tissutale. Questo meccanismo si traduce in diversi effetti benefici a livello biologico.
La magnetoterapia stimola la microcircolazione sanguigna, migliorando l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti. Favorisce la dispersione dei globuli rossi, aumentando la superficie disponibile per il legame con l’ossigeno e potenziando di conseguenza l’ossigenazione tissutale. Agisce inoltre sul sistema nervoso parasimpatico, inducendo vasodilatazione e migliorando ulteriormente il flusso sanguigno.
Tipologie di magnetoterapia
Esistono due principali tipologie di magnetoterapia, che si differenziano per la frequenza dei campi elettromagnetici utilizzati.
La magnetoterapia a bassa frequenza, nota con l’acronimo CEMP (Campi Elettromagnetici Pulsati) o PEMF in inglese, utilizza frequenze comprese tra 5 e 100 Hertz. Questa modalità è particolarmente indicata per il trattamento delle patologie ossee e articolari. I campi a bassa frequenza agiscono in modo localizzato, stimolando l’attività biologica dei tessuti, favorendo la formazione del callo osseo nelle fratture e promuovendo la rigenerazione cellulare. È la forma più utilizzata in ambito ortopedico e riabilitativo.
La magnetoterapia ad alta frequenza utilizza onde radio con frequenze comprese tra 18 e 900 MHz, emesse in brevi impulsi. Questa modalità ha prevalentemente un effetto analgesico e antinfiammatorio. Le frequenze alte vengono utilizzate principalmente per il controllo del dolore e la riduzione degli stati infiammatori acuti.
Benefici e applicazioni terapeutiche
La magnetoterapia offre numerosi benefici e trova applicazione in una vasta gamma di condizioni patologiche, principalmente a carico del sistema muscolo-scheletrico.
Uno degli utilizzi più documentati e riconosciuti della magnetoterapia riguarda il trattamento delle fratture ossee. I campi elettromagnetici accelerano significativamente la formazione del callo osseo, il tessuto riparativo che si forma per consolidare la frattura. Questo effetto è particolarmente utile nei casi di fratture che faticano a guarire o in presenza di ritardi di consolidazione. La magnetoterapia favorisce anche la guarigione di fratture di polso, scafoide, clavicola, bacino, avambraccio e femore.
La terapia è efficace anche nel trattamento della pseudoartrosi, condizione in cui una frattura non riesce a saldarsi completamente, e dell’osteonecrosi della testa del femore, una patologia causata dalla riduzione del flusso sanguigno all’osso che può portare a instabilità dell’anca e necessità di protesi.
L’artrosi, malattia degenerativa caratterizzata dal progressivo deterioramento della cartilagine articolare, risponde positivamente alla magnetoterapia. Il trattamento aiuta a ridurre il dolore, migliorare la mobilità articolare e rallentare la progressione della malattia. La magnetoterapia è indicata per l’artrosi di diverse articolazioni, incluse ginocchio, anca, spalla, colonna cervicale e lombare.
L’osteoporosi, patologia caratterizzata dalla riduzione della densità ossea che colpisce prevalentemente le donne in età post-menopausale, beneficia della stimolazione elettromagnetica che favorisce il metabolismo osseo e la mineralizzazione. La terapia viene utilizzata anche per prevenire l’osteoporosi e supportare il mantenimento della salute ossea.
La magnetoterapia esplica un’azione antinfiammatoria e analgesica efficace in numerose condizioni. L’artrite reumatoide e le artropatie infiammatorie traggono beneficio dalla riduzione dell’infiammazione articolare. Le tendiniti, borsiti e tenosinoviti, condizioni infiammatorie che colpiscono tendini e borse sinoviali, migliorano con l’applicazione di campi magnetici che favoriscono la riduzione dell’edema e del dolore.
Il dolore cronico, indipendentemente dalla causa, può essere efficacemente gestito con cicli di magnetoterapia. La terapia è particolarmente utile per il mal di schiena, le lombalgie, le cervicalgie e le nevralgie. Anche il dolore post-operatorio e post-traumatico risponde positivamente al trattamento, così come il dolore al ginocchio.
Lesioni dei tessuti molli Le distorsioni articolari, gli strappi e le lacerazioni muscolari beneficiano della magnetoterapia grazie alla sua capacità di accelerare i processi riparativi e ridurre l’infiammazione. Le contratture muscolari e gli spasmi trovano sollievo attraverso il rilassamento della muscolatura indotto dai campi magnetici.
La magnetoterapia favorisce anche la cicatrizzazione delle ferite e delle ulcere cutanee, incluse le ulcere da decubito, stimolando la rigenerazione dei tessuti e migliorando la circolazione locale. Le lesioni legamentose e i problemi ai menischi possono trarre beneficio da cicli di trattamento appropriati.
Applicazioni post-operatorie Dopo interventi chirurgici ortopedici, la magnetoterapia viene frequentemente prescritta per accelerare il processo di guarigione, favorire il consolidamento di protesi articolari e ridurre dolore e gonfiore post-operatorio. È particolarmente utile dopo protesi di anca, ginocchio e spalla, e dopo interventi di osteosintesi con viti e placche metalliche.
Come si svolge il trattamento
Una seduta di magnetoterapia è estremamente semplice e non richiede alcuna preparazione particolare. Il paziente viene fatto accomodare in posizione seduta o sdraiata, mantenendo gli indumenti. Gli applicatori della magnetoterapia, che possono avere forma di fasce, placche o materassini, vengono posizionati sulla zona da trattare direttamente sopra i vestiti.
Durante il trattamento, il paziente non avverte alcun dolore o fastidio. Alcuni soggetti possono percepire una leggera sensazione di calore o formicolio nella zona trattata, ma nella maggior parte dei casi la terapia è completamente asintomatica. Ogni seduta ha una durata variabile, tipicamente tra 20 e 60 minuti, a seconda della patologia e del protocollo terapeutico.
La costanza è fondamentale per ottenere risultati efficaci. I cicli di magnetoterapia prevedono generalmente sedute quotidiane per periodi che possono variare da poche settimane a diversi mesi, specialmente per le patologie ossee. Per le fratture, ad esempio, possono essere necessari trattamenti giornalieri per 60-90 giorni.
Oggi esistono apparecchiature portatili per magnetoterapia che permettono di eseguire il trattamento comodamente a casa propria. Questi dispositivi possono essere noleggiati o acquistati, rendendo la terapia più accessibile e consentendo di effettuare sedute prolungate, anche durante le ore notturne.
Controindicazioni e sicurezza
La magnetoterapia è generalmente considerata una terapia sicura e ben tollerata. Tuttavia, esistono alcune controindicazioni importanti da rispettare.
La controindicazione assoluta è rappresentata dalla presenza di pacemaker o altri dispositivi elettronici impiantati, come defibrillatori cardiaci, pompe per insulina o neurostimolatori. I campi elettromagnetici potrebbero interferire con il funzionamento di questi dispositivi, con potenziali conseguenze gravi.
La magnetoterapia non può essere effettuata durante la gravidanza, specialmente nel primo trimestre, per precauzione verso possibili effetti sul feto, sebbene non esistano evidenze di danno. Anche durante l’allattamento è preferibile evitare il trattamento.
Altre controindicazioni relative includono la presenza di patologie tumorali maligne, ipertiroidismo non controllato, stati febbrili acuti, infezioni in fase attiva e patologie cardiache severe. In questi casi, è necessaria una valutazione medica approfondita prima di procedere.
La presenza di protesi metalliche o mezzi di sintesi (viti, placche, chiodi) non rappresenta una controindicazione al trattamento, proprio perché la magnetoterapia non genera calore e può essere applicata in sicurezza anche in presenza di metalli impiantati.