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Tumore al seno: sintomi e prevenzione

Il tumore al seno rappresenta la neoplasia più frequente nella popolazione femminile, colpendo circa una donna su otto nell’arco della vita. Nonostante la sua elevata incidenza, i progressi nella diagnosi precoce e nei trattamenti hanno portato a un significativo miglioramento della sopravvivenza, che oggi supera il 90% a cinque anni dalla diagnosi quando il tumore viene identificato in fase iniziale.

Cos’è il tumore al seno

Il tumore al seno è una neoplasia che origina dalle cellule del tessuto mammario, più frequentemente dai dotti galattofori o dai lobuli ghiandolari. Si sviluppa quando le cellule mammarie iniziano a crescere in modo incontrollato, formando una massa che può essere benigna o maligna.

I tumori benigni della mammella, come i fibroadenomi, crescono lentamente, non invadono i tessuti circostanti e non metastatizzano. Al contrario, i tumori maligni hanno la capacità di infiltrare i tessuti adiacenti e diffondersi attraverso il sistema linfatico o il circolo sanguigno ad altri organi, formando metastasi.

Il carcinoma duttale infiltrante rappresenta la forma più comune, costituendo circa il 70-80% di tutti i tumori mammari. Origina dalle cellule che rivestono i dotti galattofori e ha la capacità di infiltrare il tessuto circostante. Il carcinoma lobulare infiltrante, che origina dai lobuli ghiandolari, rappresenta circa il 10-15% dei casi.

Esiste anche il carcinoma duttale in situ, una forma non invasiva in cui le cellule tumorali sono confinate all’interno dei dotti senza aver invaso il tessuto circostante. Questa condizione rappresenta uno stadio molto precoce e ha un’eccellente prognosi se trattata adeguatamente.

Quali sono i primi sintomi di un tumore al seno

Riconoscere precocemente i segni del tumore al seno è fondamentale per migliorare le possibilità di guarigione. Molti tumori mammari vengono diagnosticati in fase precoce grazie allo screening mammografico, prima ancora che causino sintomi evidenti.

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Presenza di noduli

Il sintomo più comune è la presenza di un nodulo o un’area di ispessimento nella mammella, spesso scoperto durante l’autopalpazione. Questi noduli sono generalmente duri, con margini irregolari e non mobili rispetto ai tessuti circostanti. A differenza dei noduli benigni, i noduli maligni sono tipicamente indolori, anche se in alcuni casi possono causare fastidio.

È importante sottolineare che non tutti i noduli mammari sono tumori: la maggior parte delle masse palpabili risulta benigna, specialmente nelle donne giovani. Tuttavia, qualsiasi nodulo di nuova insorgenza richiede sempre una valutazione medica approfondita.

Alterazioni della pelle

Il tumore al seno può causare modificazioni della cute sovrastante. La pelle può apparire retratta o infossata in corrispondenza della massa tumorale. In alcuni casi si osserva un ispessimento cutaneo con aspetto simile alla buccia d’arancia, causato dall’infiltrazione dei vasi linfatici dermici.

L’arrossamento cutaneo persistente, specialmente se associato a calore locale, può essere segno di carcinoma infiammatorio, una forma aggressiva anche se rara di tumore mammario. Qualsiasi alterazione improvvisa della colorazione o della texture della pelle della mammella merita attenzione medica.

Modificazioni del capezzolo

Alterazioni del capezzolo rappresentano un importante segnale di allarme. La retrazione o l’inversione improvvisa del capezzolo, quando si verifica in età adulta senza una causa apparente, può indicare la presenza di un tumore sottostante che retrae i tessuti.

Le secrezioni dal capezzolo, specialmente se spontanee, unilaterali e ematiche, richiedono sempre approfondimento diagnostico. Anche modificazioni dell’areola, come desquamazione, croste o eczema persistente, possono essere manifestazioni del morbo di Paget del capezzolo, una forma particolare di tumore mammario.

Dove fa male il seno se si ha un tumore

Contrariamente a quanto si possa pensare, il tumore al seno è solitamente indolore nelle fasi iniziali. Il dolore mammario isolato, senza altri segni o sintomi, raramente è dovuto a un tumore e più frequentemente è legato a variazioni ormonali o patologie benigne.

Quando presente, il dolore associato al tumore tende a essere persistente, localizzato e non correlato al ciclo mestruale. Può intensificarsi progressivamente e non rispondere ai comuni analgesici. Il dolore può anche manifestarsi nell’ascella se sono coinvolti i linfonodi.

Ingrossamento dei linfonodi ascellari

Il rigonfiamento dei linfonodi ascellari può essere un segno di diffusione del tumore al sistema linfatico. Questi linfonodi possono essere palpabili come noduli duri e non dolenti nell’ascella. È importante notare che l’ingrossamento linfonodale può avere molte cause benigne, come infezioni, ma richiede sempre valutazione medica.

Come si manifesta il tumore al seno

Il tumore al seno può manifestarsi in diversi modi, non sempre con segni clinici evidenti, soprattutto negli stadi iniziali.

Forme asintomatiche

Molti tumori mammari vengono diagnosticati in fase precoce attraverso la mammografia di screening, prima che causino qualsiasi sintomo apprezzabile. Queste forme, scoperte incidentalmente, hanno generalmente una prognosi eccellente proprio grazie alla diagnosi precoce.

Forme sintomatiche

Oltre ai sintomi precedentemente descritti, il tumore può manifestarsi con asimmetria mammaria di recente insorgenza, modificazioni della forma o del volume della mammella, o senso di tensione persistente. In alcuni casi, il primo segno può essere un eczema persistente del capezzolo che non risponde ai trattamenti dermatologici.

Diagnosi e screening del tumore al seno

La diagnosi precoce rappresenta l’arma più efficace contro il tumore al seno. Gli strumenti diagnostici disponibili permettono di identificare lesioni anche molto piccole.

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Autopalpazione

L’autopalpazione mensile della mammella permette alle donne di familiarizzare con il proprio seno e riconoscere eventuali cambiamenti. Deve essere eseguita preferibilmente dopo il ciclo mestruale, quando il seno è meno teso. Anche se non sostituisce lo screening mammografico, rappresenta un utile strumento di consapevolezza.

Visita senologica

La visita senologica comprende l’ispezione e la palpazione accurata di entrambe le mammelle e delle regioni ascellari. Il medico valuta simmetria, presenza di retrazioni cutanee, alterazioni del capezzolo e palpa sistematicamente tutto il tessuto mammario alla ricerca di noduli o addensamenti anomali.

Mammografia

La mammografia rappresenta l’esame di screening fondamentale per le donne sopra i 50 anni. Permette di identificare lesioni anche di pochi millimetri e microcalcificazioni sospette. Lo screening mammografico biennale nelle donne tra 50 e 69 anni ha dimostrato di ridurre significativamente la mortalità per tumore mammario.

Ecografia mammaria

L’ecografia è particolarmente utile nelle donne giovani con seno denso e per caratterizzare i noduli identificati alla palpazione o alla mammografia. Permette di distinguere lesioni solide da cisti e fornisce informazioni complementari alla mammografia.

Risonanza magnetica mammaria

La risonanza magnetica è riservata a casi selezionati, come donne ad alto rischio genetico, valutazione dell’estensione di un tumore già diagnosticato, o approfondimento di reperti dubbi agli altri esami. Ha elevata sensibilità ma costi più elevati rispetto agli altri esami.

Biopsia

Quando gli esami strumentali identificano una lesione sospetta, è necessaria la biopsia per ottenere la diagnosi istologica. Può essere eseguita con ago sottile, ago tranciante o chirurgicamente. L’analisi del tessuto prelevato permette di confermare la presenza del tumore e caratterizzarne le proprietà biologiche.

Quando un tumore al seno è in fase iniziale

La stadiazione del tumore al seno classifica l’estensione della malattia e guida le scelte terapeutiche.

Stadio 0

Il carcinoma in situ rappresenta lo stadio più precoce. Le cellule tumorali sono confinate ai dotti o ai lobuli senza aver invaso il tessuto circostante. La prognosi è eccellente, con tassi di guarigione prossimi al 100%.

Stadio I

Il tumore è invasivo ma di piccole dimensioni, inferiore a 2 centimetri, e non ha coinvolto i linfonodi ascellari. La sopravvivenza a cinque anni supera il 95%.

Stadio II

Il tumore misura tra 2 e 5 centimetri oppure ha iniziato a coinvolgere pochi linfonodi ascellari. Rappresenta comunque una fase relativamente precoce con buona prognosi se trattata adeguatamente.

Quando è grave il tumore al seno

La gravità del tumore dipende da diversi fattori prognostici, oltre alle dimensioni e al coinvolgimento linfonodale.

Stadi avanzati

Gli stadi III e IV rappresentano forme più avanzate. Lo stadio III comprende tumori di grandi dimensioni o con esteso coinvolgimento linfonodale. Lo stadio IV indica la presenza di metastasi a distanza in altri organi come ossa, fegato, polmoni o cervello.

Fattori prognostici

Oltre allo stadio, influenzano la prognosi il grado istologico del tumore, che indica quanto le cellule tumorali differiscono da quelle normali, e i parametri biologici. La presenza dei recettori ormonali e del recettore HER2 orienta le scelte terapeutiche e influenza la prognosi.

Fattori di rischio

Diversi fattori aumentano il rischio di sviluppare un tumore al seno, anche se la loro presenza non significa necessariamente che si svilupperà la malattia.

Età e sesso

L’età rappresenta il principale fattore di rischio: l’incidenza aumenta progressivamente con l’avanzare degli anni. Il sesso femminile è ovviamente il fattore predominante, anche se raramente il tumore può colpire anche gli uomini.

Storia familiare e genetica

Una storia familiare di tumore mammario, specialmente in parenti di primo grado e se diagnosticato in giovane età, aumenta il rischio. Mutazioni genetiche dei geni BRCA1 e BRCA2 conferiscono un rischio molto elevato, fino al 70-80% nell’arco della vita.

Fattori ormonali

Menarca precoce, menopausa tardiva, nulliparità o prima gravidanza dopo i 30 anni aumentano l’esposizione agli estrogeni e quindi il rischio. L’uso prolungato di terapia ormonale sostitutiva in menopausa può incrementare lievemente il rischio.

Stile di vita

Obesità, sedentarietà, consumo eccessivo di alcol e dieta ricca di grassi saturi rappresentano fattori di rischio modificabili. Al contrario, l’attività fisica regolare e una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura possono ridurre il rischio.

Trattamento del tumore al seno

Il trattamento è multidisciplinare e personalizzato in base alle caratteristiche del tumore e della paziente.

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Chirurgia

La chirurgia rappresenta il cardine del trattamento. Può essere conservativa, rimuovendo solo il tumore con un margine di tessuto sano, oppure demolitiva con mastectomia. La scelta dipende dalle dimensioni del tumore, dalla sua localizzazione e dalle preferenze della paziente.

Radioterapia

La radioterapia viene generalmente eseguita dopo chirurgia conservativa per ridurre il rischio di recidiva locale. Può essere indicata anche dopo mastectomia in casi selezionati.

Terapie sistemiche

La chemioterapia può essere somministrata prima della chirurgia per ridurre le dimensioni del tumore o dopo l’intervento per eliminare eventuali cellule tumorali residue. L’ormonoterapia è indicata nei tumori con recettori ormonali positivi e prevede l’uso di farmaci che bloccano l’azione degli estrogeni. Le terapie biologiche mirate, come gli anti-HER2, sono riservate ai tumori che esprimono questo recettore.