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La sindrome dell’ovaio policistico: cos’è e quali sono i sintomi

Cos’è la PCOS?

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo endocrino-metabolico caratterizzato da tre elementi principali: irregolarità mestruali dovute a disfunzione ovulatoria, segni clinici o biochimici di iperandrogenismo (eccesso di ormoni maschili) e aspetto policistico delle ovaie all’ecografia.

È importante sottolineare che la PCOS non è semplicemente la presenza di cisti ovariche, ma una sindrome complessa che coinvolge alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio, resistenza all’insulina e infiammazione cronica di basso grado. Questi meccanismi interagiscono tra loro creando un quadro clinico eterogeneo, che può manifestarsi in modo diverso da donna a donna.

La causa esatta della PCOS non è ancora completamente chiarita, ma si ritiene che fattori genetici, ambientali e dello stile di vita giochino un ruolo determinante nel suo sviluppo. La componente familiare è significativa: avere una madre o una sorella con PCOS aumenta il rischio di sviluppare la condizione.

Qual è la differenza tra ovaio policistico e PCOS?

Una confusione comune riguarda la distinzione tra “ovaio policistico” e “sindrome dell’ovaio policistico”. L’ovaio policistico è semplicemente un aspetto morfologico visibile all’ecografia, caratterizzato dalla presenza di numerosi piccoli follicoli (12 o più per ovaio) disposti tipicamente in periferia, che conferiscono all’ovaio un aspetto simile a una “collana di perle”.

Tuttavia, avere ovaie con aspetto policistico non significa necessariamente avere la PCOS. Circa il 20-30% delle donne in età fertile presenta ovaie policistiche all’ecografia senza manifestare altri sintomi della sindrome. Per diagnosticare la PCOS è necessaria la presenza di almeno due dei tre criteri diagnostici (irregolarità mestruale, iperandrogenismo, ovaie policistiche), secondo i criteri di Rotterdam, i più utilizzati a livello internazionale.

In altre parole, l’ovaio policistico è solo uno dei possibili segni della sindrome, ma da solo non è sufficiente per porre diagnosi.

Quali sono i sintomi tipici della PCOS?

I sintomi della PCOS sono variabili e possono presentarsi con intensità diversa. Le manifestazioni più comuni includono:

  • Irregolarità mestruali: cicli mestruali irregolari, rari (oligomenorrea) o assenti (amenorrea) sono tra i segni più frequenti. Molte donne con PCOS hanno meno di otto cicli all’anno o intervalli superiori ai 35 giorni tra una mestruazione e l’altra.
  • Segni di iperandrogenismo: l’eccesso di ormoni androgeni può manifestarsi con irsutismo (crescita eccessiva di peli in zone tipicamente maschili come viso, petto, addome), acne persistente, pelle grassa e, in alcuni casi, alopecia androgenetica (diradamento dei capelli).
  • Difficoltà nel concepimento: l’anovulazione o l’ovulazione irregolare rendono la PCOS una delle principali cause di infertilità femminile.
  • Alterazioni metaboliche: molte donne con PCOS presentano resistenza all’insulina, che può portare ad aumento di peso (soprattutto a livello addominale), difficoltà nel perdere peso e aumentato rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
  • Sintomi psicologici: ansia, depressione e disturbi dell’umore sono più frequenti nelle donne con PCOS, in parte a causa degli squilibri ormonali e in parte per l’impatto psicologico dei sintomi fisici.

Come capire se ho PCOS?

Riconoscere la PCOS non è sempre immediato, poiché i sintomi possono svilupparsi gradualmente e variare notevolmente. Se sospetti di avere questa condizione, alcuni segnali dovrebbero indurti a consultare un medico:

Segnale Descrizione
Cicli mestruali irregolari Cicli irregolari o assenti per diversi mesi
Difficoltà a concepire Difficoltà a rimanere incinta dopo un anno di tentativi
Crescita eccessiva di peli Peli eccessivi sul viso o sul corpo
Acne persistente Acne persistente in età adulta
Problemi di peso Aumento di peso inspiegabile o difficoltà a dimagrire
Alterazioni cutanee Macchie scure sulla pelle (acanthosis nigricans) su collo, ascelle o inguine

È fondamentale non autodiagnosticarsi: molti di questi sintomi possono essere associati ad altre condizioni mediche. Solo una valutazione medica completa può confermare o escludere la presenza di PCOS.

Diagnosi

La diagnosi di PCOS si basa su una valutazione clinica completa che include diversi elementi:

  • Anamnesi ed esame obiettivo: il medico raccoglie informazioni dettagliate sulla storia mestruale, sui sintomi, sulla storia familiare e sullo stile di vita. L’esame fisico valuta segni di iperandrogenismo, distribuzione del peso corporeo e altri segni clinici rilevanti.
  • Esami del sangue: vengono dosati diversi ormoni, tra cui androgeni (testosterone, androstenedione), ormoni tiroidei, prolattina e, spesso, parametri metabolici come glicemia, insulina e profilo lipidico. Questi esami aiutano a confermare l’iperandrogenismo e a escludere altre condizioni con sintomi simili.
  • Ecografia pelvica: l’ecografia transvaginale permette di visualizzare la morfologia ovarica e identificare l’eventuale aspetto policistico. Secondo i criteri più recenti, si considera policistico un ovaio con 12 o più follicoli di 2-9 mm di diametro o con volume superiore a 10 ml.

La diagnosi richiede l’esclusione di altre patologie che possono mimare la PCOS, come disturbi della tiroide, iperprolattinemia o iperplasia surrenalica congenita. Una visita ginecologica approfondita è essenziale per una corretta valutazione.

Trattamento e gestione

Non esiste una cura definitiva per la PCOS, ma la condizione può essere gestita efficacemente attraverso un approccio personalizzato che combina modifiche dello stile di vita e, quando necessario, terapie farmacologiche.

  • Modifiche dello stile di vita: rappresentano la prima linea di intervento. Una dieta equilibrata, la riduzione del peso corporeo (anche solo del 5-10% nelle donne in sovrappeso) e l’attività fisica regolare possono migliorare significativamente i sintomi, ridurre la resistenza all’insulina e ripristinare l’ovulazione. Il controllo dell’obesità è particolarmente importante nella gestione della PCOS.
  • Terapie farmacologiche: vengono prescritte in base ai sintomi predominanti e agli obiettivi della paziente. La pillola anticoncezionale è spesso utilizzata per regolarizzare il ciclo mestruale e ridurre l’iperandrogenismo, contrastando acne e irsutismo. Per le donne con insulino-resistenza, la metformina può migliorare la sensibilità all’insulina e favorire l’ovulazione. Nel caso in cui si desideri una gravidanza, possono essere indicati farmaci induttori dell’ovulazione come il clomifene citrato o le gonadotropine. Per contrastare gli effetti degli androgeni in eccesso, il medico può valutare l’uso di antiandrogeni specifici. La scelta terapeutica viene sempre personalizzata dallo specialista in base alle esigenze individuali