Skip to content

Perché vengono le convulsioni

Le convulsioni rappresentano uno degli eventi medici più impressionanti e spesso spaventosi da osservare. Si manifestano come movimenti involontari, talvolta violenti, che possono coinvolgere parte o tutto il corpo, spesso accompagnati da alterazioni dello stato di coscienza. Ma cosa provoca realmente questi episodi? Quando dovrebbero preoccupare? E qual è la differenza tra convulsioni ed epilessia? Cerchiamo di fare chiarezza su questi importanti quesiti.

Cosa sono le convulsioni

Le convulsioni sono manifestazioni cliniche caratterizzate da contrazioni muscolari involontarie, che possono interessare una parte specifica del corpo o coinvolgerlo interamente. Rappresentano l’espressione visibile di un’alterazione temporanea dell’attività elettrica cerebrale, dovuta a scariche anomale dei neuroni.

Le convulsioni in sé non sono una malattia, ma piuttosto un sintomo che può essere associato a diverse condizioni, tra cui l’epilessia, che è solo una delle possibili cause. È importante sottolineare che avere una singola convulsione non significa necessariamente soffrire di epilessia, che viene diagnosticata solo quando si verificano convulsioni ricorrenti non provocate da cause transitorie.

Le cause principali delle convulsioni

Le convulsioni possono essere provocate da numerosi fattori, che possiamo raggruppare in diverse categorie:

Cause neurologiche

  1. Epilessia: una condizione neurologica cronica caratterizzata da crisi convulsive ricorrenti. L’epilessia può essere:
    • Idiopatica (senza una causa identificabile)
    • Sintomatica (secondaria a una lesione cerebrale nota)
    • Criptogenetica (si presume una causa organica, ma non è identificabile)
  2. Lesioni cerebrali strutturali:
    • Tumori cerebrali
    • Malformazioni vascolari
    • Cicatrici da traumi cranici precedenti
    • Ictus o emorragie cerebrali
    • Infezioni del sistema nervoso centrale

Cause metaboliche e sistemiche

  1. Disturbi elettrolitici:
    • Ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue)
    • Iponatremia (bassi livelli di sodio)
    • Ipocalcemia (bassi livelli di calcio)
    • Ipomagnesemia (bassi livelli di magnesio)
  2. Disfunzioni d’organo:
    • Insufficienza renale
    • Insufficienza epatica
    • Ipossia (ridotto apporto di ossigeno al cervello)
  3. Febbre alta: specialmente nei bambini tra i 6 mesi e i 5 anni (convulsioni febbrili)

Cause tossiche

  1. Abuso o astinenza da sostanze:
    • Alcol (sia intossicazione acuta che astinenza)
    • Droghe (cocaina, anfetamine, ecstasy)
    • Farmaci (alcuni antidepressivi, antipsicotici, antibiotici)
  2. Avvelenamenti:
    • Monossido di carbonio
    • Piombo
    • Insetticidi

Cause psicogene

  1. Convulsioni psicogene non epilettiche (PNES): episodi che assomigliano alle crisi epilettiche ma non sono accompagnati dalle tipiche alterazioni elettriche cerebrali. Spesso sono associate a:
    • Stress acuto o cronico
    • Disturbi d’ansia
    • Trauma psicologico
    • Disturbi di conversione

Come si manifestano le convulsioni

Le convulsioni possono presentarsi in modi molto diversi, a seconda dell’area cerebrale coinvolta e dell’estensione dell’attività elettrica anomala:

Crisi focali (o parziali)

Queste convulsioni iniziano in un’area specifica del cervello e possono essere:

  • Focali semplici: non comportano perdita di coscienza, ma possono causare alterazioni sensoriali (odori o gusti strani), movimenti involontari di una parte del corpo, o sensazioni emotive insolite (paura improvvisa senza motivo apparente).
  • Focali complesse: comportano alterazione o perdita di coscienza. La persona può apparire confusa, eseguire movimenti automatici senza scopo (come schioccare le labbra o frugare nei vestiti) e successivamente non ricordare l’episodio.

Crisi generalizzate

Queste convulsioni coinvolgono entrambi gli emisferi cerebrali sin dall’inizio:

  • Crisi tonico-cloniche (un tempo chiamate “grande male”): la forma più drammatica, caratterizzata da:
    • Fase tonica: irrigidimento di tutti i muscoli, possibile caduta a terra, apnea temporanea
    • Fase clonica: alternanza di contrazioni e rilasciamenti muscolari ritmici
    • Post-crisi: stato confusionale, sonnolenza, mal di testa, dolori muscolari
  • Assenze (un tempo chiamate “piccolo male”): brevi episodi di perdita di coscienza, spesso con sguardo fisso nel vuoto, più comuni nei bambini.
  • Crisi miocloniche: brevi e improvvisi scatti muscolari che possono interessare un arto o tutto il corpo.
  • Crisi atoniche: improvvisa perdita del tono muscolare che può causare cadute.

Convulsioni epilettiche vs. non epilettiche

È fondamentale distinguere tra le convulsioni epilettiche e quelle non epilettiche, in particolare le convulsioni psicogene non epilettiche (PNES), poiché richiedono approcci terapeutici completamente diversi.

Convulsioni epilettiche

  • Sono causate da scariche elettriche anomale nel cervello
  • Possono essere identificate attraverso l’elettroencefalogramma (EEG)
  • Tendono ad avere una durata più breve (generalmente 1-2 minuti)
  • Mostrano pattern più stereotipati e prevedibili
  • Rispondono ai farmaci antiepilettici

Convulsioni psicogene non epilettiche (PNES)

  • Non mostrano alterazioni dell’attività elettrica cerebrale all’EEG
  • Spesso hanno durata più lunga (anche oltre i 5 minuti)
  • Possono variare notevolmente da un episodio all’altro
  • Possono peggiorare in presenza di spettatori
  • Non rispondono ai farmaci antiepilettici
  • Sono spesso associate a traumi psicologici o stress

È importante sottolineare che le PNES non sono “finte” crisi; chi ne soffre non simula volontariamente le convulsioni. Si tratta di reazioni involontarie del corpo a traumi psicologici o stress, che richiedono un appropriato trattamento psicoterapeutico.

Quando preoccuparsi per le convulsioni

Alcuni segnali d’allarme che indicano la necessità di assistenza medica immediata includono:

  • Prima crisi convulsiva: se una persona ha una convulsione per la prima volta, è necessario rivolgersi immediatamente a un medico.
  • Convulsioni prolungate: una crisi che dura più di 5 minuti o diverse crisi che si susseguono senza che la persona riprenda conoscenza tra l’una e l’altra (stato epilettico) rappresentano un’emergenza medica.
  • Convulsioni in gravidanza: possono essere segno di preeclampsia, una condizione potenzialmente pericolosa per madre e bambino.
  • Convulsioni accompagnate da febbre alta: specialmente nei bambini molto piccoli o negli anziani.
  • Traumi durante la convulsione: se durante l’episodio la persona si ferisce o subisce un trauma cranico.
  • Persistenza di confusione: se la confusione mentale persiste per lungo tempo dopo la crisi.

Cosa fare durante una crisi convulsiva

Se si assiste a una crisi convulsiva, è importante sapere come comportarsi per garantire la sicurezza della persona colpita:

  1. Mantenere la calma e annotare mentalmente l’ora di inizio della crisi.
  2. Adagiare la persona su un fianco, se possibile, per prevenire il soffocamento.
  3. Allontanare oggetti pericolosi con cui potrebbe ferirsi.
  4. Non bloccare i movimenti della persona durante la crisi.
  5. Non inserire nulla in bocca; contrariamente a quanto si crede, non è possibile che la persona inghiotta la propria lingua.
  6. Restare accanto alla persona fino al termine della crisi e al recupero completo.
  7. Chiamare immediatamente un’ambulanza se si tratta della prima crisi, se dura più di 5 minuti, se la persona non riprende conoscenza, se è incinta o se si è ferita durante la crisi.

Diagnosi e trattamento delle convulsioni

La diagnosi delle convulsioni richiede un approccio multifattoriale:

Indagini diagnostiche

  • Anamnesi dettagliata: raccolta di informazioni sulle circostanze in cui si verificano le crisi, sulla loro durata e sulle loro caratteristiche.
  • Esame neurologico: per identificare eventuali segni di patologie neurologiche.
  • Elettroencefalogramma (EEG): per registrare l’attività elettrica cerebrale e individuare eventuali anomalie.
  • Neuroimaging: TAC o risonanza magnetica per escludere lesioni cerebrali strutturali.
  • Esami del sangue: per identificare eventuali disturbi metabolici o elettrolitici.

Trattamenti

Il trattamento dipende dalla causa sottostante:

  • Epilessia: farmaci antiepilettici per prevenire le crisi; in alcuni casi selezionati può essere considerata la chirurgia.
  • Convulsioni febbrili: riduzione della febbre e, in casi selezionati, farmaci antiepilettici.
  • Disturbi metabolici: correzione dello squilibrio sottostante.
  • Convulsioni psicogene non epilettiche: psicoterapia, in particolare terapia cognitivo-comportamentale; tecniche di gestione dello stress; in alcuni casi, farmaci antidepressivi o ansiolitici.

Vivere con le convulsioni

Per chi soffre di convulsioni ricorrenti, la gestione della condizione include:

  • Aderenza alla terapia prescritta: assumere i farmaci regolarmente come indicato dal medico.
  • Identificazione e gestione dei fattori scatenanti: come la privazione di sonno, lo stress, l’alcol, le luci intermittenti (in caso di epilessia fotosensibile).
  • Stile di vita regolare: sonno adeguato, evitare l’abuso di alcol, ridurre lo stress.
  • Informare le persone vicine: spiegare ai familiari, amici e colleghi cosa fare in caso di crisi.
  • Supporto psicologico: le convulsioni possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sull’autostima; il supporto di professionisti può essere prezioso per affrontare questi aspetti.

Differenza tra convulsioni e attacchi epilettici

È importante chiarire la distinzione tra questi due termini, spesso usati come sinonimi:

  • Convulsione: è il sintomo, la manifestazione fisica caratterizzata da contrazioni muscolari involontarie. Le convulsioni possono essere causate da epilessia, ma anche da molte altre condizioni.
  • Attacco epilettico o crisi epilettica: è una convulsione specifica causata da un’attività elettrica anomala nel cervello, tipica dell’epilessia.

In altre parole, tutte le crisi epilettiche causano convulsioni (o altri sintomi), ma non tutte le convulsioni sono dovute a crisi epilettiche.

Quando lo stress può causare convulsioni

Lo stress è un fattore riconosciuto che può influenzare l’insorgenza di convulsioni in diversi modi:

  1. Come fattore scatenante in persone con epilessia: in chi soffre già di epilessia, periodi di stress intenso possono aumentare la frequenza delle crisi.
  2. Come causa di convulsioni psicogene non epilettiche: lo stress, soprattutto se associato a traumi psicologici passati, può manifestarsi attraverso convulsioni non epilettiche.
  3. Come amplificatore di altri fattori di rischio: lo stress può peggiorare la qualità del sonno, alterare l’alimentazione e spingere verso comportamenti dannosi (come l’abuso di alcol), tutti fattori che possono aumentare il rischio di convulsioni.

Le persone che notano una correlazione tra stress e convulsioni possono beneficiare di:

  • Tecniche di rilassamento e gestione dello stress
  • Mindfulness e meditazione
  • Attività fisica regolare
  • Psicoterapia mirata

Prevenzione delle convulsioni

La prevenzione delle convulsioni dipende largamente dalla causa sottostante, ma alcuni accorgimenti generali possono essere utili:

  • Seguire la terapia prescritta senza interruzioni e senza modificare autonomamente il dosaggio.
  • Mantenere uno stile di vita regolare con orari di sonno costanti.
  • Limitare il consumo di alcol e evitare le droghe.
  • Gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento e, se necessario, supporto psicologico.
  • Controllo della febbre nei bambini predisposti alle convulsioni febbrili.
  • Controlli regolari per chi soffre di epilessia o altre condizioni che predispongono alle convulsioni.

La conoscenza dei fattori che possono scatenare le proprie crisi è fondamentale per una prevenzione efficace.