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Colite: cause, sintomi, diagnosi e trattamento

La colite è un’infiammazione del colon che può manifestarsi in forme acute o croniche, colpendo milioni di persone in tutto il mondo. Questo disturbo intestinale può variare da episodi lievi e transitori a condizioni croniche debilitanti che influenzano significativamente la qualità della vita.

Comprendere le diverse forme di colite, i loro meccanismi e le opzioni terapeutiche disponibili è fondamentale per una gestione efficace e per prevenire complicazioni a lungo termine.

Che cos’è la colite

La colite rappresenta un’infiammazione della mucosa del colon, la parte finale dell’intestino crasso che si estende dal cieco al retto. Questa condizione può interessare segmenti localizzati o diffondersi a tutto il colon, provocando alterazioni nella normale funzione intestinale e causando una varietà di sintomi gastrointestinali.

Il termine “colite” deriva dal greco “kolon” (colon) e dal suffisso “-ite” (infiammazione), indicando letteralmente l’infiammazione del grosso intestino. Dal punto di vista anatomico, il colon ha la funzione principale di riassorbire acqua ed elettroliti dalle feci, concentrando il materiale di scarto prima dell’eliminazione. Quando questo organo si infiamma, perde parzialmente la sua capacità di assorbimento, determinando i sintomi caratteristici della malattia.

L’infiammazione colica può essere classificata in base alla durata (acuta o cronica), all’estensione (segmentaria o diffusa), alla causa scatenante (infettiva, autoimmune, ischemica) e alla gravità (lieve, moderata, severa). Questa classificazione è importante per orientare sia la diagnosi che il trattamento più appropriato.

Cause della colite

Le cause della colite sono molteplici e spesso interconnesse, rendendo necessario un approccio diagnostico sistematico per identificare l’eziologia specifica in ogni paziente.

Colite infettiva

La colite infettiva rappresenta una delle forme più comuni e può essere causata da diversi agenti patogeni. I batteri più frequentemente coinvolti includono Salmonella, Shigella, Campylobacter jejuni e Escherichia coli enteroemorragica. Questi microorganismi possono essere acquisiti attraverso il consumo di alimenti contaminati, acqua non potabile o per trasmissione oro-fecale.

Le infezioni virali, particolarmente da Citomegalovirus, possono causare colite soprattutto nei pazienti immunocompromessi. I parassiti come Entamoeba histolytica sono cause importanti di colite in aree geografiche endemiche o in viaggiatori di ritorno da zone tropicali.

La colite pseudomembranosa, causata da Clostridioides difficile, merita particolare attenzione poiché spesso consegue all’uso di antibiotici che alterano la flora intestinale normale, permettendo la proliferazione di questo batterio tossigeno.

Malattie infiammatorie intestinali

Le malattie infiammatorie intestinali croniche rappresentano un gruppo di patologie autoimmuni che includono la colite ulcerosa e il morbo di Crohn con localizzazione colica. Queste condizioni sono caratterizzate da un’infiammazione cronica ricorrente che deriva da una risposta immunitaria abnorme contro la flora batterica intestinale normale in individui geneticamente predisposti.

La colite ulcerosa interessa esclusivamente il colon e il retto, estendendosi in modo continuo dalla zona anale verso prossimalmente. L’infiammazione è limitata alla mucosa e alla sottomucosa, non coinvolgendo gli strati più profondi della parete intestinale.

Il morbo di Crohn può interessare qualsiasi segmento del tratto gastrointestinale, ma quando coinvolge il colon si manifesta tipicamente con un pattern di infiammazione segmentaria, alternando aree malate ad aree sane. L’infiammazione è transmurale, interessando tutti gli strati della parete intestinale.

Colite ischemica

La colite ischemica risulta da un’insufficiente perfusione sanguigna del colon, più frequente negli anziani e nei pazienti con patologie cardiovascolari. Le cause possono essere embolia, trombosi, ipotensione prolungata o vasocostrizione farmacologica. Le aree più vulnerabili sono le zone di confine vascolare come la flessura splenica e il sigma.

Colite da farmaci

Numerosi farmaci possono causare colite attraverso diversi meccanismi. Gli antibiotici alterano la flora intestinale favorendo infezioni secondarie, mentre i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono causare danno diretto alla mucosa intestinale attraverso l’inibizione delle prostaglandine protettive.

Altri farmaci associati a colite includono:

  • Chemioterapici che causano mucositi
  • Immunosoppressori che favoriscono infezioni opportunistiche
  • Contraccettivi orali che aumentano il rischio trombotico
  • Alcuni antipsicotici e antidepressivi
Tipo di colite Cause principali Esordio Durata Caratteristiche distintive
Infettiva Batteri, virus, parassiti Acuto (ore-giorni) 3-14 giorni Febbre, viaggi recenti, contagiosità
Ulcerosa Autoimmune Graduale Cronica ricorrente Sangue nelle feci, solo colon-retto
Crohn colico Autoimmune Graduale Cronica ricorrente Lesioni segmentarie, tutto il tratto GI
Ischemica Ridotto flusso sanguigno Acuto Variabile Età >60 anni, dolore post-prandiale
Da farmaci FANS, antibiotici, altri Correlato all’assunzione Reversibile Migliora sospendendo il farmaco
Pseudomembranosa C. difficile Acuto 1-4 settimane Post-antibiotici, placche giallastre

Sintomi della colite

I sintomi della colite variano considerevolmente in base alla causa sottostante, all’estensione dell’infiammazione e alla gravità della condizione. La presentazione clinica può essere acuta con insorgenza improvvisa, oppure cronica con sintomi che persistono per mesi o anni.

Sintomi gastrointestinali

Il dolore addominale rappresenta il sintomo più comune e può presentarsi come crampi diffusi o dolore localizzato, spesso nella regione del quadrante inferiore sinistro dove si trova il sigma. Il dolore tende ad essere di tipo colico, intermittente e spesso si allevia dopo l’evacuazione.

La diarrea è praticamente costante nella colite attiva e può variare da poche evacuazioni liquide al giorno a episodi molto frequenti che interferiscono significativamente con le attività quotidiane. La presenza di sangue nelle feci (ematochezia) è caratteristica delle forme più severe e indica un coinvolgimento profondo della mucosa.

Il tenesmo, ovvero la sensazione di evacuazione incompleta con necessità urgente di defecare, è particolarmente fastidioso e può persistere anche dopo l’evacuazione. Questo sintomo è dovuto all’infiammazione del retto che altera la normale percezione del riempimento intestinale.

Altri sintomi intestinali includono:

  • Meteorismo e distensione addominale
  • Presenza di muco nelle feci
  • Incontinenza fecale nei casi più gravi
  • Nausea e occasionalmente vomito

Sintomi sistemici

Nelle forme più severe, la colite può causare sintomi sistemici che vanno oltre il tratto gastrointestinale. La febbre è comune nelle coliti infettive e nelle riacutizzazioni delle malattie infiammatorie croniche, riflettendo l’attivazione del sistema immunitario.

La perdita di peso può essere significativa nelle forme croniche a causa del malassorbimento, della ridotta assunzione alimentare per il dolore e dell’aumento del dispendio energetico dovuto all’infiammazione. L’anemia può svilupparsi per le perdite ematiche croniche o per il deficit di assorbimento di ferro e vitamine.

La stanchezza e la debolezza sono sintomi frequenti che possono essere dovuti all’anemia, agli squilibri elettrolitici, alla disidratazione o all’effetto sistemico dell’infiammazione cronica.

Diagnosi della colite

La diagnosi di colite richiede un approccio multimodale che combina valutazione clinica, esami di laboratorio e tecniche di imaging per identificare la causa specifica e valutare l’estensione dell’infiammazione.

Valutazione clinica

L’anamnesi dettagliata rappresenta il primo passo diagnostico fondamentale. È importante raccogliere informazioni sui sintomi, la loro durata e evoluzione, eventuali fattori scatenanti come viaggi recenti, assunzione di farmaci o cambiamenti dietetici. La storia familiare può essere rilevante per le malattie infiammatorie intestinali che hanno una componente genetica.

L’esame obiettivo include la valutazione generale del paziente per segni di disidratazione, malnutrizione o anemia. L’esame addominale può rivelare dolorabilità, distensione o masse palpabili. L’esplorazione rettale può evidenziare sangue, muco o anomalie della mucosa rettale.

Esami di laboratorio

Gli esami del sangue forniscono informazioni importanti sullo stato infiammatorio e sulle complicazioni sistemiche. L’emocromo può rivelare anemia, leucocitosi o piastrinosi reattiva. Gli indici di flogosi come VES e PCR sono generalmente elevati nelle forme attive.

Gli esami delle feci sono cruciali per la diagnosi differenziale:

  • Ricerca di sangue occulto per quantificare le perdite ematiche
  • Coprocoltura per identificare batteri patogeni
  • Ricerca di parassiti e loro uova
  • Dosaggio della calprotectina fecale come marker di infiammazione intestinale
  • Test per le tossine di C. difficile se sospetta colite pseudomembranosa

Il dosaggio della calprotectina fecale è particolarmente utile per distinguere le malattie organiche da quelle funzionali e per monitorare l’attività della malattia nel tempo.

Esami strumentali

La colonscopia rappresenta l’esame gold standard per la diagnosi di colite, permettendo la visualizzazione diretta della mucosa colica e l’esecuzione di biopsie per l’analisi istologica. Questo esame può identificare l’estensione dell’infiammazione, valutarne la gravità e distinguere tra diverse forme di colite in base all’aspetto endoscopico.

L’esame istologico delle biopsie fornisce informazioni fondamentali per la diagnosi differenziale, identificando pattern infiammatori specifici, la presenza di microorganismi e alterazioni architetturali della mucosa che caratterizzano le diverse forme di colite.

La tomografia computerizzata dell’addome può essere utile nelle forme acute per valutare complicazioni come perforazione, ascessi o ispessimento significativo della parete colica. L’ecografia addominale può evidenziare ispessimento delle pareti intestinali e presenza di liquido libero.

Trattamento della colite

Il trattamento della colite deve essere personalizzato in base alla causa specifica, alla gravità dei sintomi e alla risposta del paziente alle terapie precedenti. L’approccio terapeutico può includere farmaci, modifiche dietetiche e, nei casi più gravi, interventi chirurgici.

Trattamento farmacologico

Il trattamento delle coliti infettive si basa principalmente sulla terapia antibiotica mirata quando indicata. Tuttavia, non tutte le coliti infettive richiedono antibiotici: le forme virali si risolvono spontaneamente, mentre alcune infezioni batteriche possono peggiorare con la terapia antibiotica che prolunga l’eliminazione del patogeno.

Per le malattie infiammatorie intestinali, il trattamento farmacologico è più complesso e stratificato:

Farmaci anti-infiammatori:

  • Mesalazina (5-ASA) per le forme lievi-moderate di colite ulcerosa
  • Corticosteroidi per le riacutizzazioni acute
  • Budesonide a rilascio prolungato per forme localizzate

Immunosoppressori:

  • Azatioprina e mercaptopurina per il mantenimento della remissione
  • Metotrexato in casi selezionati
  • Farmaci biologici (anti-TNF, anti-integrine) per forme severe

Il trattamento sintomatico può includere farmaci antispastici per il dolore addominale, antidiarroici con cautela nelle forme infettive, e supplementi di ferro per l’anemia sideropenica.

Supporto nutrizionale

La gestione nutrizionale è fondamentale nel trattamento della colite, sia per correggere le carenze che per ridurre l’infiammazione intestinale. Durante le fasi acute può essere necessaria una dieta liquida o semiliquida per ridurre il carico di lavoro intestinale.

L’identificazione e l’eliminazione di alimenti scatenanti può essere utile in alcuni pazienti. Alimenti ricchi di fibre insolubili, latticini, cibi piccanti e bevande gassate possono peggiorare i sintomi durante le fasi attive.

La supplementazione con probiotici può essere benefica per ristabilire l’equilibrio della flora intestinale, particolarmente dopo terapie antibiotiche o nelle forme croniche. Prebiotici e fibre solubili possono favorire la crescita di batteri benefici.

Gestione delle complicazioni

Le complicazioni della colite richiedono interventi specifici e talvolta urgenti. Il megacolon tossico, caratterizzato da dilatazione colica superiore a 6 cm con segni di tossicità sistemica, rappresenta un’emergenza chirurgica che può richiedere colectomia d’urgenza.

La perforazione intestinale, il sanguinamento massivo e l’ostruzione intestinale sono altre complicazioni che possono necessitare di intervento chirurgico immediato. La colectomia può essere indicata anche nelle forme croniche refrattarie al trattamento medico o in presenza di displasia severa o neoplasia.

Prevenzione della colite

La prevenzione della colite si basa principalmente sull’identificazione e il controllo dei fattori di rischio modificabili, oltre all’adozione di stili di vita che favoriscono la salute intestinale.

Prevenzione delle forme infettive

Le misure igieniche rappresentano la prevenzione più efficace delle coliti infettive. Il lavaggio frequente delle mani, particolarmente prima dei pasti e dopo l’uso dei servizi igienici, riduce significativamente il rischio di trasmissione oro-fecale.

La sicurezza alimentare è cruciale: evitare cibi crudi o poco cotti, acqua non potabile e alimenti venduti da venditori ambulanti in paesi con standard igienici scarsi. Durante i viaggi in aree endemiche, è consigliabile seguire il principio “cuoci, sbuccia o evita”.

Stile di vita e alimentazione

Una dieta equilibrata ricca di fibre solubili, frutta e verdura può favorire la salute del microbiota intestinale e ridurre l’infiammazione. L’assunzione regolare di probiotici attraverso yogurt o integratori specifici può mantenere l’equilibrio della flora batterica.

La gestione dello stress attraverso tecniche di rilassamento, esercizio fisico regolare e supporto psicologico può essere importante, poiché lo stress è un fattore scatenante riconosciuto per le riacutizzazioni delle malattie infiammatorie intestinali.

L’uso appropriato degli antibiotici, evitando l’automedicazione e completando sempre i cicli prescritti, aiuta a prevenire lo sviluppo di resistenze batteriche e la colite da C. difficile.

La colite rappresenta una condizione complessa che richiede un approccio diagnostico e terapeutico individualizzato. La comprensione delle diverse forme e delle loro caratteristiche specifiche permette una gestione più efficace e una migliore qualità della vita per i pazienti affetti da questa patologia. Una diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato possono prevenire complicazioni e favorire la remissione a lungo termine.