
Antitetanica: quanto dura e quando farla
Il vaccino antitetanico rappresenta uno dei presidi preventivi più importanti per proteggersi dal tetano, una malattia potenzialmente letale causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium tetani.
Nonostante i significativi progressi della medicina moderna, il tetano continua a rappresentare una minaccia seria, con un tasso di mortalità che può raggiungere il 30-40% anche in presenza di cure intensive. La vaccinazione rimane quindi lo strumento più efficace per prevenire questa patologia.
Cos’è il tetano e perché è pericoloso
Il tetano è una malattia infettiva non contagiosa causata dal Clostridium tetani, un batterio anaerobio che produce una potente neurotossina (tetanospasmina). Questo microrganismo è ampiamente diffuso nell’ambiente sotto forma di spore resistenti, particolarmente nel terreno, nella polvere e nelle feci animali.
L’infezione avviene quando le spore contaminano ferite, anche minime, specialmente:
- Ferite contaminate da terriccio o polvere
- Punture con oggetti arrugginiti
- Morsi di animali
- Ustioni
- Iniezioni con aghi non sterili
Una volta nell’organismo, in condizioni di scarsa ossigenazione, le spore si trasformano in batteri attivi e producono la tossina che si diffonde attraverso il sangue e il sistema linfatico, raggiungendo il sistema nervoso.
La tossina tetanica blocca il rilascio di neurotrasmettitori inibitori, provocando:
- Contrazioni muscolari involontarie e dolorose
- Rigidità muscolare generalizzata
- Spasmi che possono essere scatenati anche da minimi stimoli come rumori o luci
- Nei casi più gravi, compromissione della respirazione e arresto cardiaco
Il vaccino antitetanico: composizione e funzionamento
Il vaccino antitetanico è costituito dal tossoide tetanico, ovvero la tossina batterica inattivata chimicamente che ha perso la sua capacità patogena ma mantiene quella immunogena. Questo significa che il vaccino non può causare la malattia, ma stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi protettivi.
Attualmente, il vaccino antitetanico viene quasi sempre somministrato in combinazione con altri vaccini:
- DT: difterite e tetano
- DTP: difterite, tetano e pertosse
- DTPa-IPV-HBV-Hib: esavalente contro difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed Haemophilus influenzae tipo b
La protezione si basa sulla produzione di anticorpi specifici (immunoglobuline antitetaniche) che neutralizzano la tossina batterica prima che possa danneggiare il sistema nervoso.
Quando fare l’antitetanica: il calendario vaccinale standard
Il ciclo di vaccinazione antitetanica previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale si articola in diverse fasi:
Ciclo primario nell’infanzia
- Prima dose: a 3 mesi di età (come componente del vaccino esavalente)
- Seconda dose: a 5 mesi (come componente del vaccino esavalente)
- Terza dose: a 11-12 mesi (come componente del vaccino esavalente)
Richiami
- Primo richiamo: a 5-6 anni (come componente del vaccino tetravalente DTPa-IPV)
- Secondo richiamo: a 12-18 anni (come componente del vaccino trivalente dTpa)
- Richiami successivi: ogni 10 anni per tutta la vita (generalmente come dT o dTpa)
È importante sottolineare che il completamento del ciclo primario di tre dosi è fondamentale per ottenere una protezione adeguata, mentre i richiami servono a mantenere elevati i livelli di anticorpi circolanti.
Quanto dura la protezione dell’antitetanica
La durata della protezione conferita dal vaccino antitetanico varia in base al completamento del ciclo vaccinale:
- Dopo il ciclo primario completo (3 dosi): la protezione dura circa 5-10 anni
- Dopo il primo richiamo: la durata si estende a 10 anni
- Dopo ulteriori richiami: ogni richiamo garantisce una protezione per circa 10 anni
Alcuni studi suggeriscono che negli adulti che hanno completato il ciclo primario e hanno ricevuto almeno un richiamo, la protezione potrebbe persistere anche oltre i 10 anni convenzionali, fino a 20-30 anni. Tuttavia, poiché il tetano è una malattia potenzialmente fatale e non conferisce immunità naturale dopo l’infezione, si raccomanda comunque di mantenere la cadenza decennale dei richiami.
Per le persone anziane o immunocompromesse, la durata della protezione potrebbe essere inferiore, rendendo ancora più importante l’aderenza al calendario dei richiami.
Antitetanica e ferite: quando è necessaria la profilassi
In caso di ferite, la necessità di somministrare una dose di richiamo del vaccino antitetanico o immunoglobuline specifiche dipende da diversi fattori:
Tipologia di ferita
- Ferite a basso rischio: pulite, superficiali, con margini netti
- Ferite a rischio tetanigeno: contaminate da terriccio, feci, saliva; ferite lacero-contuse, da schiacciamento, da punta; ustioni; congelamenti; morsi
Stato vaccinale del paziente
- Vaccinazione completa e aggiornata (ultime 3 dosi ricevute, ultimo richiamo entro 10 anni): generalmente non è necessaria alcuna profilassi
- Vaccinazione incompleta o richiamo scaduto (ultimo richiamo oltre 10 anni fa): è indicato un richiamo di vaccino antitetanico
- Stato vaccinale sconosciuto o assente: è raccomandata la somministrazione sia del vaccino che delle immunoglobuline specifiche (sieroprofilassi)
Per le ferite ad alto rischio tetanigeno, in soggetti con stato vaccinale incompleto o sconosciuto, si procede con una doppia profilassi:
- Somministrazione di immunoglobuline antitetaniche (profilassi passiva immediata)
- Avvio o completamento del ciclo vaccinale (immunizzazione attiva)
Effetti collaterali dell’antitetanica
Il vaccino antitetanico è generalmente ben tollerato, ma come tutti i farmaci può causare effetti collaterali, solitamente lievi e transitori:
Reazioni locali
- Dolore, rossore e gonfiore nel sito di iniezione (5-85% dei casi)
- Indurimento o formazione di un piccolo nodulo nel punto di iniezione
- Sensazione di calore locale
Reazioni sistemiche
- Febbre lieve o moderata (0,5-5% dei casi)
- Malessere generale
- Stanchezza o sonnolenza
- Mal di testa
- Dolori muscolari o articolari
Reazioni rare
- Linfoadenopatia regionale
- Reazioni allergiche (orticaria, eruzione cutanea)
- Reazioni di ipersensibilità più gravi come anafilassi (estremamente rare, <1 caso su 1 milione)
- Neurite brachiale (estremamente rara)
La maggior parte degli effetti collaterali si risolve spontaneamente entro 24-48 ore. È importante ricordare che il rischio di complicanze gravi associate alla malattia è di gran lunga superiore a quello degli effetti collaterali del vaccino.
Controindicazioni alla vaccinazione antitetanica
Le controindicazioni assolute al vaccino antitetanico sono rare e includono:
- Reazione allergica grave (anafilassi) a una precedente dose di vaccino o a uno dei suoi componenti
- Encefalopatia insorta entro 7 giorni da una precedente dose di vaccino contenente la componente antipertosse (in questo caso si può somministrare il vaccino DT senza componente pertossica)
Alcune condizioni rappresentano precauzioni temporanee e non controindicazioni assolute:
- Malattia acuta moderata o grave con o senza febbre
- Sindrome di Guillain-Barré insorta entro 6 settimane da una precedente dose di vaccino
- Reazioni locali o febbrili gravi a precedenti dosi
La gravidanza non costituisce una controindicazione; anzi, la vaccinazione dTpa è raccomandata durante ogni gravidanza, preferibilmente tra la 27ª e la 36ª settimana, per proteggere il neonato attraverso il passaggio transplacentare degli anticorpi.
L’antitetanica è obbligatoria? Aspetti legali e normativi
In Italia, la vaccinazione antitetanica ha avuto una storia particolare dal punto di vista normativo:
- Nel 1938 è stata resa obbligatoria per le forze armate
- Nel 1963 è diventata obbligatoria per tutti i nuovi nati
- Nel 1968 l’obbligo è stato esteso a tutti i lavoratori agricoli, edili e metallurgici
- Successivamente, l’obbligo è stato ampliato a numerose categorie professionali a rischio
Attualmente, secondo la Legge 119/2017, la vaccinazione antitetanica rientra tra quelle obbligatorie per i minori fino a 16 anni per l’iscrizione a scuola e asili nido.
Per quanto riguarda gli adulti, l’obbligo permane per alcune categorie professionali considerate a rischio, come:
- Lavoratori agricoli e addetti alla zootecnia
- Operai edili
- Operai metallurgici
- Operatori ecologici
- Veterinari
- Alcune categorie di operatori sanitari
Per queste categorie, il datore di lavoro ha l’obbligo di assicurare la protezione contro il tetano come parte delle misure di prevenzione e protezione previste dal D.Lgs. 81/08 sulla sicurezza sul lavoro.
Antitetanica e gruppi particolari di popolazione
Anziani
Gli anziani rappresentano una categoria a rischio particolare per il tetano. In Italia, la maggior parte dei casi di tetano si verifica in persone oltre i 65 anni, specialmente donne che non hanno mai completato il ciclo vaccinale o non hanno effettuato richiami regolari. Per questa fascia di popolazione è particolarmente importante:
- Verificare lo stato vaccinale
- Completare il ciclo primario se mai effettuato
- Effettuare richiami regolari ogni 10 anni
Viaggiatori
Per chi si reca in paesi in via di sviluppo, dove il rischio di ferite con potenziale contaminazione è maggiore e l’accesso alle cure può essere limitato, è consigliabile:
- Verificare lo stato vaccinale prima della partenza
- Effettuare un richiamo se l’ultimo risale a più di 10 anni
- Considerare un richiamo anche se sono passati 5-10 anni dall’ultimo, in caso di viaggi avventurosi o in zone remote
Donne in gravidanza
La vaccinazione dTpa è raccomandata durante ogni gravidanza, indipendentemente dallo stato vaccinale precedente, idealmente tra la 27ª e la 36ª settimana. Questo permette:
- Protezione diretta della madre
- Passaggio transplacentare di anticorpi al feto
- Protezione del neonato nelle prime settimane di vita, prima dell’inizio delle vaccinazioni
La vaccinazione antitetanica rappresenta uno degli interventi preventivi più efficaci e sicuri in medicina. Grazie alla diffusione capillare di questa vaccinazione, il tetano è diventato una malattia rara nei paesi sviluppati, ma non è scomparso. La permanenza del batterio nell’ambiente rende impossibile l’eradicazione della malattia, rendendo la vaccinazione l’unica strategia efficace di prevenzione.